La depressione e le sue forme
La depressione è riconosciuta dall’Oms come prima causa di disabilità a livello mondiale e riguarda circa 3 milioni di italiani. In questo e altri articoli verranno presentate le diverse forme delle sindromi depressive. Chi scrive è uno psicologo, psicoterapeuta, specialista in psicologia clinica interessato alle problematiche psicologiche, sociali, mediche e biologiche che non considera le esperienze umane come riducibili a parametri misurabili. Detto questo, l’interesse per l’argomento non è solo scientifico ma, in primo luogo, umano: l’esperienza soggettiva è al centro del mio lavoro tenendo in considerazione, ovviamente, anche le evidenze scientifiche senza ridurre l’esperienza soggettiva e umana a parametri misurabili.
La depressione è un disturbo del tono dell’umore. Prima di parlare di depressione come disturbo psichico vediamo cosa intendiamo quando parliamo di “tono dell’umore”.
Il tono dell’umore e le sue fluttuazioni
Ogni persona ha in ogni momento un dato stato, o condizione, o tono dell’umore (buon umore, cattivo umore, umore “medio”). Ogni persona ha un proprio stato disposizionale di fondo. Si possono avere normali fluttuazioni del tono dell’umore che non sono marcate e che non durano più di qualche ora. Il punto è che, anche se un individuo non è realmente depresso, il suo normale, quotidiano stato dell’umore non è solo marcatamente fluttuante ma anche labile: anche una persona mentalmente sana potrebbe alterarsi per un qualcosa di poco conto, o sentirsi malinconica. Ciò può anche dipendere da fattori fisici, cioè piccoli squilibri tossici e ormonali possono determinare una lieve malinconia, o anche una lieve stanchezza e apatia ma questa persona potrebbe notare che gli può bastare un caffè preso con un amico per tornare più euforico.
Le caratteristiche delle fluttuazioni del tono dell’umore
Questo esempio ci fa vedere come una delle caratteristiche di queste fluttuazioni dell’umore è che sono estremamente dipendenti da fattori fisici, riguardanti il corpo. A proposito di corpo e fattori fisici, in alcuni casi i circuiti del nostro cervello possono presentare qualche disfunzione e la depressione è tra le disfunzioni più frequente. Un’altra caratteristica di queste fluttuazioni è che queste possono essere costanti in una data persona e variano molto da una persona all’altra. Un’altra caratteristica è che sembra esserci un meccanismo autocorrettivo del tono dell’umore. L’ultima caratteristica è che molte di queste variazioni individuali rispetto alle fluttuazioni del tono dell’umore sono costituzionali ed ereditarie. Ciò non significa che vengono sempre ereditate.
La depressione
A parte le piccole fluttuazioni naturali e, se vogliamo, spontanee dello stato dell’umore normalmente se uno è molto triste è perché è successo qualcosa di grave. Quindi, sa perché è molto triste. Per esempio, la malinconia è quel tipo di sofferenza depressiva normale che consegue a una perdita grave e drammatica, come la morte di una persona cara ma non è detto che questa si trasformi in un a vera depressione intensa e durevole da essere sproporzionata rispetto all’evento.
Come scritto sopra, la vera depressione è un disturbo del tono dell’umore. La depressione è uno stato di malinconia più accentuato, meno legato a eventi di vita (come lo sono i lutti) e che dura più di qualche giorno.
Occorre definire il sintomo depressione per capire come si presenta una sindrome depressiva. Il sintomo depressione è una condizione emotiva di base che investe l’intera vita psichica dell’individuo e viene descritta come una sensazione pervasiva, persistente e non modulabile di malinconia, tristezza o apatia. L’umore depresso, però, non è di per sé sufficiente a fare diagnosi di disturbo depressivo. Il passo successivo prevede che tale sintomo si aggreghi ad altri segni e sintomi a costituire un episodio depressivo. Nell’episodio depressivo ci sono una serie di alterazioni nell’area emotivo-affettiva, nell’area cognitiva (e dell’eloquio) e dell’area neurovegetativa. Non entro nello specifico di ogni area ma anche da qui si capisce come la depressione interessi tutto il corpo.
L’episodio depressivo maggiore.
In genere si ritiene che per poter parlare di vera depressione bisogna che uno stato malinconico dell’umore duri più di due settimane. Secondo il DSM 5 l’episodio depressivo maggiore che è caratterizzato dalla presenza – durante e per almeno un periodo di due settimane – di almeno cinque dei seguenti sintomi (di cui necessari uno dei primi due è necessario per fare diagnosi di episodio depressivo maggiore):
- Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni (come riportato dall’individuo o come osservato dagli altri);
- Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni;
- Significativa perdita di peso, non dovuta a dieta, o aumento di peso (per es., un cambiamento superiore al 5% del peso corporeo in un mese) oppure diminuzione o aumento dell’appetito;
- Insonnia o ipersonnia quasi tutti i giorni;
- Agitazione o rallentamento psicomotori quasi tutti i giorni;
- Faticabilità o mancanza di energia quasi tutti i giorni;
- Sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati, quasi tutti i giorni
- Ridotta capacità di pensare o concentrarsi, o indecisione, quasi tutti i giorni;
- Pensieri ricorrenti di morte, ricorrente ideazione suicidaria senza un piano specifico, o un tentativo di suicidio, o un piano specifico per commettere suicidio
Per fare diagnosi di episodio depressivo maggiore, i sintomi devono recare un disagio significativo o una compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti. L’episodio di alterazione dell’umore, inoltre, non è attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza o a un’altra condizione medica generale.